LE ANTICAMERE DELLE CAMERE A GAS IN ITALIA

Fra il 1943 e il '45 i nazisti organizzarono nel Paese alcuni campi di prigionia per smistare in Germania tutti i prigionieri politici e di razza ebraica

In Italia il regime fascista introduce nel 1938 le leggi in difesa della razza che impongono agli ebrei (e in generale ai non ariani) restrizioni nel lavoro, nella scuola, nei matrimoni, per salvaguardare il «prestigio della razza nei territori dell’impero».

La deportazione degli ebrei italiani verso i campi di concentramento nazisti si intensifica nel periodo della Repubblica di Salò. Nel 1943 la risiera di San Sabba a Trieste viene trasformata in campo di prigionia per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre e successivamente diventa un Politzeihalftlager (campo di detenzione di polizia). Qui vengono smistati i deportati per Auschwitz, Dachau, Mathausen, si depositano i beni razziati, si torturano e si eliminano gli ostaggi (partigiani, detenuti politici, ebrei) i cui corpi vengono bruciati in un crematorio, potenziato nel ’44 per incenerire un maggior numero di cadaveri. Sulla base di testimonianze e dei documenti rintracciati, si calcola che furono eliminate nel lager della risiera dalle tremila alle cinquemila persone.

I nazisti processati a Norimberga nel 1945 per crimini contro l’umanità hanno sostenuto di aver obbedito a ordini superiori; Rudolf Hess, comandante ad Auschwitz dal 1940, a proposito del piano di sterminio ha detto: «Sul momento non stetti lì a fare molte riflessioni: avevo ricevuto l’ordine e dovevo eseguirlo».

Tratto da www.pianetascuola.it